Anna, Jacopo e Giulio, Lecco.
Siamo Anna e Jacopo e da poco più di un annetto c’è anche Giulio a movimentarci la vita. Anna è ingegnere ambientale e si occupa di rischi naturali, Jacopo ha una torrefazione di caffè ed è professore di scienze dell’alimentazione.
Ci sposeremo il 6 giugno 2020, in comune a Lecco. Avevamo deciso di sposarci in quella data e nonostante tutto manterremo quella decisione. Certo ci dovremo adeguare a ciò che in comune ci consentono di fare, ma per noi è importante non rinunciare all’idea di diventare marito e moglie quest’anno, visto poi che siamo riusciti a sopravvivere la quarantena passando 24 ore su 24 noi tre soli, sempre insieme. Abbiamo lavorato entrambi in smart-working e ci siamo alternati per seguire Giulio. Per fare tutto, lavoravamo anche ad orari impossibili, dopo cena, svegliandoci prestissimo e lasciando Giulio giocare allegramente solo (ossia mettere a soqquadro l’intera casa in libertà).
Fino al provvedimento del 18 maggio abbiamo sperato di poter fare una festa vera e propria. Ci saremmo sposati sul Monte Barro, che vediamo tutti i giorni dal nostro balcone. Lì c’è un ostello, che volevamo affittare tutto per noi ed i nostri ospiti. Quando si vuole organizzare qualcosa di bello, si spera sempre che vada tutto per il meglio, si spera anche nei miracoli! Poi abbiamo ceduto, facendo così partire un piano B con entusiasmo.
Ci sposeremo in comune con solo i nostri due testimoni. Per fortuna con un po’ di insistenza, siamo riusciti a far includere anche Giulio, nostro figlio, anche se inizialmente ci avevano negato questa possibilità. Ma dove l’avremmo potuto lasciare? A casa da solo? Speriamo di poter far entrare anche il fotografo, in ogni caso almeno ci sarà per immortalare il nostro arrivo e la nostra uscita dal comune. Ci dispiace un po’ per i nostri invitati, che abbiamo tenuto in sospeso per un po’. A qualcuno abbiamo anche detto che la festa si sarebbe fatta lo stesso clandestinamente in un bosco perché non credevamo in questa favola del coronavirus. Ci hanno pure creduto e forse si sono anche spaventati. Ma d’altronde la vita bisogna sempre prenderla con un po’ di ironia…
Certo, non è quello che avevamo in mente, ma ora stiamo cercando di rendere speciale il nostro giorno con tanti piccoli dettagli:
A.: Io ho deciso di indossare il vestito di mia madre, anche perché a causa della quarantena non ho avuto modo di andare a vedere nessun negozio. Jacopo non ha comunque mai visto il vestito, perché il fotografo del matrimonio dei miei genitori ha sbagliato tutte le foto che sono venute scurissime. Quindi per lui sarà comunque una sorpresa. Ci tengo a questo momento di “shock” che può provare nel vedermi vestita da sposa per la prima volta!
Abbiamo chiesto ai nostri testimoni di indossare una GoPro a testa in modo da poter registrare i loro due punti di vista privilegiati, e poi metteremo sicuramente anche una macchina fissa per fare un video da mandare ai nostri genitori che non potranno assistere. Vorremmo anche riunire un massimo di dieci amici ad aspettarci all’uscita del comune per brindare simbolicamente con qualche birra (ognuno la sua e con le dovute distanze!). Poi festeggeremo in piccolo, solo noi due e i testimoni con un pranzetto a casa nostra. Qualcosa di molto intimo, ma curato. Abbiamo chiesto ad un amico cuoco di cucinare per noi quel giorno.
Più avanti riorganizzeremo tutto in grande, probabilmente mantenendo la data per avere un unico anniversario. Dobbiamo solo definire l’anno. Una scusa perfetta per sposarsi due volte!