Laura, Stefano e Tamarindo, Amelia (TR)

 

Conviviamo ad Amelia da quasi tre anni, in un piccolo bilocale in affitto dove abbiamo vissuto confinati per due mesi e mezzo e senza mai discutere!

Ci saremmo dovuti sposare con rito religioso il 20 di giugno. Erano quasi due anni che aspettavamo questa data e poi è arrivato il coronavirus a scombinarci i piani. Abbiamo sperato fino all’ultimo che tutto si risolvesse in fretta, anche perché da noi in Umbria i contagi erano davvero pochi. Ad Amelia si è parlato di soli 5 positivi, quindi numeri davvero bassissimi rispetto alla Lombardia per esempio.

È stato difficile e triste vedere un sogno sfumare così, ad un passo dall’altare. Avevamo tutto pronto ed è stata una specie di “sconfitta” per noi quella di arrenderci a rimandare al prossimo anno. Sono stati momenti molto stressanti durante i quali i nostri invitati ci chiedevano cosa avremmo fatto e noi non sapevamo cosa rispondere perché nessuno aveva notizie certe.

È stata una liberazione quando alla fine abbiamo dovuto prendere la sofferta decisione di posticipare il matrimonio. Tutta quell’incertezza ci stava davvero mettendo a dura prova.

Ci sposeremo comunque nel nostro comune di residenza con il rito civile. Dovremo indossare le mascherine e non avremo abiti da sposi perché per noi il vero matrimonio sarà in chiesa e con tutti i nostri parenti ed amici il prossimo anno.

Ad oggi non sappiamo ancora con certezza quante persone ci potranno accompagnare in comune, a parte un testimone a testa. Se ne riparlerà a fine mese, supponiamo dopo aver valutato l’evoluzione del virus nelle prossime settimane. Speriamo possano assistere almeno i nostri genitori.

La nostra idea è poi di invitare a pranzo i parenti più stretti, ma a quanto pare non sarà semplicissimo nemmeno questo. Al ristorante dove abbiamo prenotato abbiamo dovuto dare delucidazioni su quali fossero i diversi nuclei familiari che parteciperanno al pranzo. Ci hanno spiegato che chi è parte dello stesso nucleo può sedere vicino, ma occorre distanziare tra di loro le diverse famiglie. È una situazione davvero surreale e speriamo che si ritorni presto alla normalità, perché questa di certo non può essere considerata come tale.